natura domestica
La casa si contrae in un’unità i cui corpi mobili entrano gli uni dentro gli altri come fosse un’origine e una compressione, come prima di un big bang cui seguirà lo “spacchettamento” attraverso il quale ciascuno prenderà il proprio posto nelle case comuni. E’ come cogliere un momento precedente questa divisione. Oppure, all’opposto, è come se una forza di gravità, un punto di attrazione magnetica contraesse tutto al centro, mostrando il legame tra le cose disperse.
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Natura domestica
Un agglomerato di mobili di varie sfumature di verdi e celesti a formare un blocco: vetrina, poltrona, cassettiera, comodino, tavolo, lavandino; oggetti: libri, bicchieri, piatti, ferri da stiro, aspira polveri, abiti e lampadari; forme viventi ed ex viventi: piante, pesci…in un unico corpo scultoreo al centro della stanza.
E’ la creazione di un habitat che mostra lo sconfinamento, l’illimite tra un oggetto e un altro, tra il naturale e l’artificiale, tra il dentro e il fuori, tra le varie speci: umani, minerali, vegetali e animali.
La casa si contrae in un’unità i cui corpi mobili entrano gli uni dentro gli altri come fosse un’origine e una compressione, come prima di un big bang cui seguirà lo “spacchettamento” attraverso il quale ciascuno prenderà il proprio posto nelle case comuni. E’ come cogliere un momento precedente questa divisione. Oppure, all’opposto, è come se una forza di gravità, un punto di attrazione magnetica contraesse tutto al centro, mostrando il legame tra le cose disperse.
La riflessione a monte è che la casa a ben guardare, non è il luogo della pura e assoluta separazione, ma è il luogo al tempo stesso della fusione e dell’ibridazione come mette ben a fuoco il filosofo Emanuele Coccia nel suo libro Filosofia della casa che parla di “casa mondo” e di “casa pianeta”: il luogo in cui trasferiamo porzioni di mondo a patto che si lascino plasmare e manipolare. Casa è lo spazio della negoziazione tra noi e ciò che è altro da noi, è lo spazio laboratoriale in cui diamo senso, forma e funzione a pezzetti di mondo, è il “cerchio magico” in cui intrecciamo materiale e immateriale, noi stessi, i nostri affetti con cose e persone.
Nella mostra Natura domestica mobili e artefatti, normalmente statici, diventano davvero “mobili”, nel senso del movimento perchè, come organismi vivi, mostrano delle mutazioni in atto e un processo di metamorfosi mediante contaminazione, sviluppo di tessuti connettivi (il tessuto è un materiale portante dell’opera) e vasi comunicanti. Tutto è frontiera mobile, in un processo di perdita della definizione e classificazione del reale, che rende il quotidiano sconosciuto e materia di esplorazione, in cui vige il concetto di relatività che nega un unico punto della visione.

















