In casa. Esperimenti di trasparenza
Questo esperimento di “arte in casa” propone l’ipotesi di una immagine non ordinaria che, innestandosi nell’ordinarietà del quotidiano, funzioni a contrastarne l’inerzia.
Per l’artista si tratta di tassonomie non verbali, inventari percettivi, repertori/collezioni di forme e colori brulicanti. Archivi e pensieri che si sovrappongono mostrando vincoli, legami, relazioni di una personalissima epistemologia visiva. Architetture interiori dalle quali originano visioni che comprendono il mondo interiore dell’artista, dell’abitante, dell’ospite accolto in un habitat di fantasmagoria e grande seduzione visiva.
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https://www.storiadellarterivista.it/blog/2022/12/10/la-wunderkammer-di-veronica-montanino/
In casa. Esperimenti di trasparenza
Veronica Montanino e Maria Grazia Tolomeo presentano un progetto dal titolo In casa. Esperimenti di trasparenza. Per realizzare questo intervento site specific è stato scelto un luogo dalle caratteristiche particolari: l’opera dell’architetto Lucio Passarelli, definita “una delle architetture più iconiche di Roma, esprimendo uno stile autonomo ma memore del passato”. Realizzato tra il 1964-65 l’edificio ibrido e movimentato che, attraverso un particolare gioco di vetri cangianti, duplica la vista del verde e delle mura aureliane, è situato tra via Sardegna e via Campania ed è al suo interno che si trova la casa di Anna Maria Speranza dove, nei giorni 25-26 e 27 novembre 2022, l’artista presenta il suo lavoro.
L’intervento consiste in due opere-incursioni, la prima è una camaleontica installazione situata nella cucina. L’ambiente invaso e defunzionalizzato si trasforma in una sorta di laboratorio scientifico, ricco di fenomeni ed esperimenti in corso. Ecosistema di materiale biotico e abiotico, spettacolo della natura e dell’artificio, questo spazio è ricreato come un teatro dell’alchimia, dove vige il potere trasformativo dell’immaginazione rivolto a stimolare uno sguardo “meravigliabile” e capace di stupore.
Il secondo lavoro si inserisce sulla trasparenza delle pareti vetrate, che l’artista usa come un visore, inserendovi delle immagini che si addizionano alla veduta delle mura. Si tratta di disegni di tavole estrapolate dall’Enciclopedia, che una volta sottratte all’apparato testuale diventano misteriose, ambigue, poco decifrabili, “opache”, in contrasto con la trasparenza sulla quale galleggiano. Interni del corpo umano e di altri corpi, anatomia del mondo e di noi stessi, che disvelano, senza descriverle, corrispondenze segrete, parentele sepolte, invisibili e inaspettate. Rendendo visibile un mondo di infinite varietà e somiglianze profonde.
Il progetto che esplora la fusione tra arte e architettura, il confine tra utile e inutile, la tensione tra interno ed esterno, si sposa perfettamente col pensiero del filosofo Emanuele Coccia[1], caro tanto all’artista che alla curatrice, il quale sostiene che la casa prima di essere artefatto architettonico è un artefatto psichico (e forse non è casuale persino che la stessa padrona di casa sia una psicologa!).
Questo esperimento di “arte in casa” propone l’ipotesi di una immagine non ordinaria che, innestandosi nell’ordinarietà del quotidiano, funzioni a contrastarne l’inerzia. Qui l’arte non entra in punta di piedi, non è posizionata ad abbellire discretamente, per non disturbare in accordo con il divano, ma entra un po’ prepotente, invade, contamina, interferisce persino con l’abitabilità, nel momento in cui vuole esprimere il pensiero che l’abitare sia non solo un’attività utile al benessere del corpo – meccanica e razionale – ma anche altro. Per l’artista si tratta di tassonomie non verbali, inventari percettivi, repertori/collezioni di forme e colori brulicanti. Archivi e pensieri che si sovrappongono mostrando vincoli, legami, relazioni di una personalissima epistemologia visiva. Architetture interiori dalle quali originano visioni che comprendono il mondo interiore dell’artista, dell’abitante, dell’ospite accolto in un habitat di fantasmagoria e grande seduzione visiva.
[1] E. Coccia, Filosofia della casa, Einaudi, 2021.




















